Associazione culturale Teatro Due Roma | Polo di promozione e formazione

 


 
 

 

 

PROGETTI / LABORATORI

 

 

 

LA PEDAGOGIA E' UN ATTO ESTETICO

 

 

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LA PAROLA ROVESCIATA

 

III°  Seminario introdurrivo per:

 

INFO Terza Annualità 2024: MEMORIAE 

 

La necessità di una prassi rivolta al percorso formativo, e non solo performativo, delle attrici e degli attori  e all’emancipazione dei propri strumenti di lettura critica delle opere, suggerisce questo laboratorio volto all’osservazione e alla pratica di quelli che sono i tratti fondamentali della traduzione scenica, linguistica e letterale dei testi, attraverso un esame correlato, integrato e approfondito della drammaturgia e di ogni suo possibile travestimento

 

"Lessico fondamentale – Una fetta, fatta di poco più di 2.000 vocaboli, costituisce il vocabolario fondamentale dell’italiano: si tratta di parole di uso frequentissimo, parole del cui significato e uso attivo siamo padroni sin da piccoli. Diciamo che il 90% dei nostri discorsi si fa usando questo lessico fondamentale (per esempio: preposizione e congiunzione a, articolo il, sostantivo cosa, verbo vedere).

 

Lessico di alto uso – Un’altra fetta, costituita di poco più di 2.500 vocaboli, costituisce il lessico di alto uso. Poco meno frequenti di quelle fondamentali, queste sono le parole dell’apprendimento scolastico. Il 6% dei nostri discorsi è fatto di questo lessico (per esempio: idiota, impaurire, impianto).

 

Lessico di alta disponibilità – Meno cospicua (circa 1.900 vocaboli), ma altrettanto importante, è la fetta del lessico di alta disponibilità. I vocaboli che ne fanno parte non sono così frequenti come quelli che appartengono alle prime due categorie, ma sono davvero comprensibili da tutti: si usano in certe circostanze (l’1-2% dei nostri discorsi è fatto di questo lessico), ma in quelle circostanze non c’è chi non li conosca e li usi (per esempio: asino nel significato di ‘stupido’, forchetta, pepe) .... Tullio De Mauro.."

        

Pensiamo veramente che il nostro lavoro si rivolga prevalentemente a quella modestissima fetta di pubblico che fa un uso corretto della lingua al punto di poterla comprendere e agire nella sua complessa ricchezza? È questo un tema?

L'esperienza di questi ultimi anni ci dice che la frammentazione delle esperienze formative e le lacune strutturali in materia di analisi correlata  evidenziate ed evidenziabili nei corsi Istituzionali di Teatro dai quali provengono attrici ed attori della nuova generazione, ostacolano lo svolgimento di qualsiasi prassi tesa a fondare e strutturare le basi per un lavoro artigianale che abbia prospettive di lungimiranza e di sviluppo estetico e poetico.

La strategia radicalmente performativa dei corsi di formazione si distanzia sempre più dalla qualità propriocettiva dell'apprendimento e della specializzazione delle competenze; questo sia nel senso della restituzione scenica che nell'ambito del trasferimento di conoscenze e competenze.    

Pensiamo quindi che un progetto laboratoriale integrato possa concorrere fondamentalmente ad arricchire e strutturare le attitudini percettive e propriocettive dell'attore favorendo un livello di competenza cosciente e consapevole più comune ad altre discipline come la danza o la musica, che rivesta oggi un profilo paradossalmente innovativo pur nell'evidenza della sua necessità di prassi comune, che ricondurre tale riflessione teorica e pratica nell'ambito della scena, così come sempre più si sviluppa in ambito accademico, contribuisca al rafforzamento di un dialogo tra saperi sempre più debole, eccentrico e casuale.

 

Pensiamo sia utile

spostare  l'asse delle competenze analitiche e strutturali dall'ambito accademico a quello scenico, correlare in modo sussidiario gli elementi di analisi articolando contemporaneamente gli strumenti dell'analisi linguistica, coreutica e neuro scientifica, prendere atto delle nuove opportunità di lavoro per gli attori che sempre più spesso si rivolgono  all'insegnamento

Il programma  sarà articolato in tre azioni

la prima azione: neuroscienze e prassi scenica, Prof. Giampiero Cicalini / Marco Lucchesi - si proporrà di approfondire la conoscenza dei sistemi integrati funzionali che permettono al nostro corpo di esistere e quindi di esprimersi socialmente e artisticamente.

la seconda azione: architetture e consonanze del linguaggio con le strutture espressive dell'arte contemporanea, Marco Lucchesi -  indagherà la correlazione tra i linguaggi espressivi più usati e tenterà di mutuarne un metodo volto alla traduzione strutturale e comparativa dei diversi dispositivi scenici.

la terza azione: analisi correlata del movimento secondo il metodo Laban Bartenieff, M° Susanna Odevaine / Marco Lucchesi -  affronterà la possibile declinazione delle attitudini attoriali in ambito sociale e professionale tenendo conto delle istanze sempre più pressanti che arrivano dal mondo del disagio ambientale, sociale e patologico.

 

Programma di massima

 

Sistemi integrati

espressione e comunicazione nell’esperienza dell’attore: il punto di vista delle neuroscienze

stili di gestione delle emozioni, stili di gestione delle tensioni corporee e postura

rapporto tra la costruzione del personaggio ( o dell’azione scenica) e l’auto rappresentazione di se stessi

identità e identificazione nell’esperienza dell’attore

coscienza del respiro per pratiche su allungamento assiale, mobilità della colonna vertebrale, percezione dello spazio interno al corpo.

origine del movimento

muscolatura profond

movimento dalle ossa

studiare le articolazioni

 

Correlazione tra i linguaggi espressivi

lingua/dialetto

performance/struttura complessa

attore/avatar

traduzione/tradimento

immagine/parola

nuove abilità/diverse abilità

modelli e antimodelli

musica/parola

oralità e diffusione del sapere generazionale (racconti di comunità per i piccoli centri)

 

Altre declinazioni delle attitudini attoriali

analisi correlata del movimento secondo il metodo Laban Bartenieff

trasmissione e insegnamento di competenze generazionali

 

Calendario provvisorio


dal 16 al 20 settembre 2024

 

dal 30 settembre al 4 ottobre 2024

 

al 14 al 18 ottobre 2024

 

dal 28 ottobre al 01 novembre 2024

 

dall'11 al 15 novembre 2024

dal 25 al 29 novembre 2024

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    PROGETTO SPECIALE M.I.C. 2023 – ASS. CULT. TEATRO DUE ROMA

    restituzione pubblica del laboratorio diretto da Marco Lucchesi

    Un momento di condivisione delle suggestioni raccolte durante dieci mesi d’incontri, di lavoro. Un intreccio di storie private e pubbliche che incrociandosi lasciano brandelli di se in coloro che si lasciano toccare.

    Racconti che iniziano più volte nel tentativo struggente di trovare un ascolto opportuno e generoso. Immagini condivise che attraversano la memoria di un lungo periodo passato insieme. Una comunità di giovani artisti desiderosi di specchiarsi insieme agli spettatori in un mare di colori e di tracce narrative.

    Il racconto di un percorso di studio e approfondimento di uno degli autori più rappresentativi del nostro vivere contemporaneo; visionario e fabulistico e scientifico, meraviglioso e mostruoso e innamorato, desideroso di fiorire anche laddove non compreso. Un viaggiatore. Italo Calvino. Altri viaggiatori. Le attrici e gli attori della Scuola di Teatro e Perfezionamento Professionale del Teatro di Roma. Venti giovani artisti desiderosi di raccontare questa lunga avventura per lasciarne una memoria condivisa con quanti vorranno ascoltarla.

    Ultima tappa la condivisione, all’interno del Progetto Ti Leggo, ideato da Treccani e diretto da Loredana Lucchetti, delle sei Lezioni Americane di Calvino con gli studenti di quattro Licei romani: Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, Visconti, Caravaggio, Giulio Cesare.

    scrittura scenico/drammaturgica/ musicale ed interpretazione delle attrici e attori della Scuola di Teatro e Perfezionamento Professionale del Teatro di Roma:

    Corinna Andreutti, Andrea Boldoffei, Emanuele Baldoni, Mariachiara Basso, Arianna Bigazzi, Letizia Bosi, Giulia Cosolo, Anna Dall’Olio, Simona De Sarno, Chiara Emma, Samuele Gambino, Giulia Guastella, Cor Langerak, Giulia Meniconi, Benjamin Miller, Rachele Spinozzi, Chiara Stassi, Matilde Zavagli Ricciardelli, Daniel Pistoni

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    STUPÓRE, nei segmenti dedicati al tempo necessario, all’architettura del linguaggio, agli aspetti neuro scientifici, all’analisi del movimento, ad un possibile dispositivo scenico volto ad una restituzione finale, propone di affrontare secondo un criterio divergente e ampio i temi che la riflessione in merito ad una parola così nota e significativa suggerisce. La dimensione temporale, nella quale l’intero laboratorio si svolge, 240 ore distribuite in 4 mesi da settembre a dicembre, pare essere la più opportuna ad accogliere le riflessioni e le possibili indagini che un lavoro di sparpagliamento prima e approfondimento poi, dei temi conosciuti e riconosciuti nel corso delle sessioni propone.
    L’obiettivo del laboratorio consiste nel contribuire a definire il concetto di analisi per una lettura moderna di ogni materiale drammaturgico guardando con stupore, appunto, al senso più canonizzato e irrigidito del testo, in favore di una nuova tessitura, autonoma, nella quale possano confluire, contemporaneamente, tutti gli elementi necessari.
    Una strategia che non prevede particolari artifici scenografici, un’attenta definizione dei personaggi, un arioso svolgimento della vicenda, poiché il concetto che la legittima si articola nel senso del circoscrivere un luogo del pensiero, dell’abbandono, affrancato da possibili riferimenti psicologici.
    All’attore che si presta a questo incontro, alla considerazione di un concetto estraneo alla propria formazione di attore performativo, e privo, a volte, di alcuni strumenti necessari per l’apprendimento e l’esercizio, si chiede di prestarsi con “meraviglia”, di contribuire alla definizione di questo luogo, creando una sua maschera di nudità, per così dire, biologica, e di confluire, naturalmente, nella tessitura, in un montaggio di passaggi e di rimandi, confrontandosi con la difficoltà di non avere punti di riferimento tradizionali se non quelli del proprio sentire e del proprio vedere.
    Marco Lucchesi, Giampiero Cicalini, Giovanni Di Cicco, Franco Cordelli affronteranno le proposte insieme al gruppo che si formerà.
    Il laboratorio è gratuito, con selezione iniziale tramite audizioni il 14/15/16 settembre – rivolto ad attrici e attori (under 30) che abbiano assolto l’obbligo di istruzione e di formazione presso Scuole d’Arte riconosciute, nazionali ed internazionali. Sono previste Borse di Studio, in misura da definire all’inizio dell’attività, per i partecipanti che seguiranno l’interno corso (è concessa una limitata percentuale di assenze concordate).
    Il periodo di riferimento è compreso tra il 25 settembre e il 16 dicembre.
    240 ore distribuite in 30 giorni, otto ore giornaliere (10.00/14.00 – 15.00/19.00), il cui calendario provvisorio è quello che segue:
    dal 25 settembre al 07 ottobre 2023
    dal 20 novembre al 02 dicembre 2023
    dall’11 al 16 dicembre 2023
    Modalità di iscrizione e fasi di selezione:
    - entro il 3 settembre 2023: invio del proprio curriculum vitae, di una foto e una nota di motivazioni a: segreteria@teatrodueroma.it
    - dal 14 al 16 settembre 2023 audizioni che si svolgeranno presso il Teatro Due di Roma con convocazione
    il laboratorio finanziato dal M.I.C in riferimento a: Promozione Teatro perfezionamento professionale- Art. 41 - D.M. 27 luglio 2017 n. 332 così come modificato dal D.M. 31 dicembre 2020 e dal D.M. 25 ottobre 2021 – inizierà il 25 settembre 2023
     

     
     
     
     
     
     
     
     
     
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     2023 -  Promozione teatro perfezionamento professionale Art. 41 -
    in collaborazione con Teatro di Roma Teatro Nazionale
    incontro con Eugenio Barba e Julia Varley
     
     
     
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    IL MATRIARCATO

    elementi di analisi del mito e della cronaca contemporanea per un laboratorio di prassi scenica e di lettura dei testi alla luce di elementi antropologici e neuroscientifici

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    materiali per un progetto di perfezionamento POST- DIPLOMA - interistituzionale e inter regionale (LAZIO TOSCANA LOMBARDIA ABRUZZO ) di pedagogia artistica, rivolto alla specializzazione di40 attrici e attori già diplomate/i nelle principali scuole d’Arte Drammatica italiane.

    in rete / collaborazione con

    TEATRO DI ROMA - Teatro Nazionale

    Istituto dell'Enciclopedia Italiana TRECCANI

    Civica Scuola Paolo Grassi

    Fondazione Teatro della Toscana – Centro d’avviamento all’espressione

    Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté

    Conservatorio Nazionale SANTA CECILIA

    MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo (sedi di Roma e L’Aquila)

    Liceo Artistico Ripetta di Roma

    Ex Cartiera Latina – Parco Appia Antica – Sito di Archeologia Industriale

    Abbiamo consolidato negli ultimi cinque anni una rete di collaborazioni istituzionali a carattere nazionale e inter-regionale (Lazio, Toscana, Lombardia, Abruzzo) che ci vedono capofila di progetti di alta specializzazione rivolti ad attrici e attori post diplomati nelle principali scuole di recitazione italiane tesi a configurare reti di collaborazioni tra laboratori post diploma e opportunità di relazioni e occupazione con alcune delle istituzioni più importanti del nostro paese. Teatro di Roma -Teatro Nazionale, MAXXI – Museo (sede di Roma e dell’Aquila per il 2022), TRECCANI, Teatro Nazionale della Toscana, Conservatorio Santa Cecilia, Civica Scuola Paolo Grassi, Scuola Gian Maria Volonté, Ex Cartiera Latina – Parco Appia Antica – Sito di Archeologia Industriale, alcune delle istituzioni in rete per questo nuovo progetto che intendiamo svolgere in sintonia con i programmi di sviluppo dei nostri partner che ospiteranno nelle loro prestigiose sedi il lavoro svolto e da svolgere con i partecipanti. Teatro Argentina, Teatro della Pergola, MAXXI, Palazzo Mattei-Paganica (sede dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani), Ex Cartiera Latina – Parco Appia Antica – Sito di Archeologia Industriale ed il piccolo Teatro Due, apriranno i propri spazi ai laboratori pubblici, e quindi al pubblico, per ospitare le attività di specializzazione e prassi scenica indirizzate da questa nuova proposta.

    "IL MATRIARCATO - elementi di analisi del mito e della cronaca contemporanea per un laboratorio di prassi scenica e di lettura dei testi alla luce di elementi antropologici e neuroscientifici" è l’orizzonte di questa nuova iniziativa inter istituzionale e infra-regionale che vuole affrontare e sensibilizzare i partecipanti e il pubblico in merito al tema della violenza sulle donne ed in particolare sulle minoranze. Il punto di vista antropologico di Johann Jakob Bachofen e l’osservazione neuroscientifica contemporanea forniscono ottimi spunti di analisi per uno studio approfondito di alcune delle possibili strade percorse fin qui dall’uomo per raggiungere vette talvolta insopportabili di sopraffazione. Da sottolineare la possibilità di offrire ad un gruppo di giovani artisti under 30 di partecipare (anche con borse di studio) ad attività condotte da specialisti dei settori in relazione con le competenze delle istituzioni che fanno parte della rete. Il progetto è rivolto a 40 attrici e attori che non abbiamo compiuto 30 anni e che siano già diplomati presso le scuole di recitazione italiane più accreditate, alcune delle quali fanno parte già della rete (Teatro di Roma, Paolo Grassi, Teatro della Toscana, Gian Maria Volonté) e si propone di contribuire a rispondere ad una sentita esigenza di perfezionamento magistrale (post diploma) che non trova ancora risposta, se non in rari casi, nelle pratiche istituzionali. La qualità ed il prestigio espresso dalle istituzioni che partecipano testimoniano il carattere, il valore artistico-culturale dell’iniziativa nonché la peculiarità di un progetto che, certamente non unico, ma sicuramente consolidato negli ultimi anni, indirizza un modo contemporaneo di guardare alla specializzazione post-diploma mettendola direttamente in relazione con le istituzioni che potranno poi accogliere le attitudini maturate dagli allievi durante i laboratori. Il Teatro di Roma e il Teatro della Toscana, enti di produzione, potranno, se riterranno opportuno, scegliere tra attrici e attori che avranno potuto osservare e frequentare durante lo svolgimento dei laboratori o l’ospitalità delle restituzioni pubbliche. Essere noi capofila di questo progetto ci riempie di orgoglio.

    L’AUTORE

    Johann Jakob Bachofen (Basilea, 22 dicembre 1815Basilea, 25 novembre 1887) è stato un giurista, storico e antropologo svizzero, noto per la sua teoria sul matriarcato. Non possiamo considerare i 135 anni che ci dividono dalla sua morte come una ricorrenza significativa ma queste sue teorie hanno ispirato gran parte delle più valide ricerche moderne su questi temi: la loro rivalutazione è stata operata sia da destra (Ludwig Klages, Alfred Baeumler, Julius Evola), in sintonia del resto con l'ideologia decisamente conservatrice di Bachofen), sia da sinistra (innanzitutto Walter Benjamin, ma già Karl Marx e Friedrich Engels). Di grande rilievo è stata anche la sua recezione in campo psicoanalitico, sin da Freud e Jung, ma poi soprattutto con gli studi di Erich Neumann, Wilhelm Reich ed Erich Fromm.

    La tematica matriarcale è stata non da ultimo ripresa in recenti studi di stampo femminista, che hanno tentato di rivalutare la consistenza storica delle ipotesi bachofeniane, riconoscendo in esse un valido strumento per fondare una progettualità sociopolitica alternativa, centrata su valori e caratteri tipicamente femminili che il grande studioso basilese ha saputo mettere in evidenza con indubbio spirito pionieristico. E' di quest'anno una interessantissima edizione de IL MATRIARCATO curata e commentata dalla Professoressa Eva Cantarella.

    PARTENERS rete/collaborazioni

    TEATRO DI ROMA - Teatro Nazionale (LAZIO) – convenzione

    Istituto dell'Enciclopedia Italiana TRECCANI (LAZIO) – convenzione

    Civica Scuola Paolo Grassi (LOMBARDIA) – convenzione

    Fondazione Teatro della Toscana – Centro d’avviamento all’espressione (TOSCANA) – convenzione

    Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté (LAZIO) – convenzione

    Conservatorio Nazionale SANTA CECILIA (LAZIO) – convenzione

    MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo (sedi di Roma e L’Aquila) (ABRUZZO) – convenzione

    Liceo Artistico “Ripetta” di Roma – convenzione

    Ex Cartiera Latina – Parco Appia Antica – Sito di Archeologia Industriale

    STRUTTURA DEI LABORATORI  

    Il lavoro si svolgerà seguendo sei finalità principali:

    • elaborazione dei testi e delle drammaturgie assunte, in forme diverse quale la narrazione orale e fabulistica e poetica al fine dell'acquisizione di una competenza "altra e profonda" dei materiali, con successiva produzione di materiale narrativo scritto
    • processo di appropriazione dei linguaggi utilizzati
    • sessioni coreutiche
    • sessioni di canto
    • lezioni di neuroscienze e antropologia
    • elaborazione dei materiali drammaturgici attraverso l’analisi e la critica della struttura profonda antropologica e neuroscientifica dei testi
    • analisi dei suoni della lingua originale e dei testi di riferimento originari
    • elaborazione delle drammaturgie di riferimento per gli allestimenti
    • prove della restituzione
    • restituzioni pubbliche del lavoro in forma di spettacolo ad ingresso libero
     
     
     
     
     
     
    PROGETTO SPECIALE MIBACT 2021

    LA COMMEDIA DELL'INFERNO - Travestimento e dissimulazione tra neuroscienze e prassi scenica  

     
     
     
     
     
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    PROGETTO SPECIALE MIBACT 2021
    con il sostegno di
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    PROGETTO SPECIALE MIBACT 2021

    LA COMMEDIA DELL'INFERNO - Travestimento e dissimulazione tra neuroscienze e prassi scenica  

    COMMEDIA DELL’INFERNO.0 AL MAXXI -  Museo nazionale delle arti del XXI secolo

    un'opera contemporanea

    Materiali per un progetto interistituzionale di pedagogia artistica, rivolto alla specializzazione di 10 attori già formati nelle principali scuole d’Arte Drammatica italiane

    in collaborazione con

    • MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo
    • TEATRO DI ROMA - Teatro Nazionale
    • Conservatorio Nazionale SANTA CECILIA
    • Istituto dell'Enciclopedia Italiana TRECCANI
    • Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
    • Scuola d'Arte Cinematografica Gian Maria Volontè
    • Fondazione Teatro della Toscana - Centro d'Avviamento all'Espressione
    • Liceo Artistico Ripetta di Roma

             Nel 2018 abbiamo realizzato il Progetto Speciale MARX che, svolto in collaborazione, con Teatro di Roma,  Enciclopedia Treccani e Conservatorio Santa Cecilia, è approdato sul palcoscenico del Teatro Argentina (Il Capitale di Karl Marx) come produzione del Teatro Nazionale di Roma in co-produzione con il Conservatorio Santa Cecilia in sinergia con alcune tra le istituzioni artistiche e culturali più importanti del nostro paese.

    Scrivevamo, nell'illustrare il progetto, della necessaria prospettiva di restituzione pubblica che deve seguire ogni prassi di studio e di approfondimento; siamo convinti di aver rispettato questo necessario proposito e di averlo portato a termine in sinergia interistituzionale.

    Continuiamo a pensare che la formazione qualitativa, umanistica e strutturale di nuove attrici e attori, coscienti e consapevoli delle proprie attitudini, sia un processo fondamentale per la costruzione di future opportunità di qualificata espressione artistica e di lavoro. E che l’aggiornamento dei punti di vista attraverso  nuove e attuali forme di  sapere come le neuroscienze sia necessario ancorché irrimandabile.

             La necessità di una prassi rivolta al percorso formativo, e non solo performativo, delle attrici e degli attori e all’emancipazione dei propri strumenti di lettura e pratica critica delle opere, struttura questo laboratorio pedagogico volto all’osservazione e alla pratica di quelli che sono i tratti fondamentali della traduzione scenica, linguistica e letterale dei testi, attraverso un esame approfondito della drammaturgia e di ogni suo possibile travestimento nella cura di un prossimo incontro col pubblico.

             Condizione necessaria di tali percorsi laboratoriali è la possibile “restituzione pubblica” del lavoro svolto, il confronto, e questo è opportuno che accada in ambiti di programmazione sensati e prestigiosi che prevedano, in progetto, tali appuntamenti.

    Ora, per LA COMMEDIA DELL'INFERNO quella stessa rete interistituzionale, con la innovativa partecipazione del MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo si impegna per realizzare e sostenere secondo un principio di sussidiarietà un progetto di alta formazione e specializzazione, , rivolto alla specializzazione di 14 attori già formati nelle principali scuole d’Arte Drammatica italiane, che approderà al MAXXI nella sua forma di spettacolo a novembre 2021.

             "Se tradurre è sempre tradire, e se riferirsi alla tradizione, nella modernità, è sempre operazione di straniamento, il «travestimento» dell’Inferno dantesco proposto da Sanguineti si pone come esempio massimo di creativo "misreading".

             E' un legame di lunga data, quello di Lucchesi con Sanguineti e di Sanguineti con Dante. Egli si confronta con la Commedia con lo scopo, attuale e per nulla dissimulato, di raggiungere lo straniamento dall´originale, nella consapevolezza del carattere saturo raggiunto dalla citazione nell´epoca della modernità. E quale sito migliore potremmo offrire al risultato di questa indagine contemporanea, anche in considerazione del ‘700 anniversario dantesco, se non quello di un museo delle arti del XXI secolo come il MAXXI di Roma che apre i suoi spazi al teatro e alle reciproche e  moderne ambizioni di dialogo con le arti e l'architettura?

             Marco Lucchesi condurrà, insieme ad altri specialisti del linguaggio e delle neuroscienze applicate alla comunicazione (Prof. Giampiero Cicalini), da settembre a dicembre 2021, all'interno del complesso del MAXXI, del Teatro Due e del Teatro di Roma (Sala Enriquez,), un laboratorio integrato di analisi strutturale dei testi, propedeutico alle prove della restituzione pubblica interpretata dalle attrici e dagli attori specializzandi.

             Tali attività, in ascolto di quanto accade loro intorno, saranno quindi co-oggetto/co-soggetto dell'offerta espositiva del MAXXI svolgendosi in relazione critica e strutturale con le  mostre in corso nel periodo settembre/novembre 2021. Il pubblico del museo potrà seguire il lavoro della compagnia/classe che, durante il laboratorio, indagherà le architetture e le consonanze del linguaggio sanguinetiano con le strutture di senso e significato delle esposizioni e con l'architettura stessa della grande opera contemporanea progettata da Zaha Hadid: il MAXXI.

                Come già per il Progetto MARX , il Museo MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo il Teatro di Roma - Teatro Nazionale l’Istituto TRECCANI e il Conservatorio Santa Cecilia di Roma saranno partners del progetto.

             In collaborazione con l'Istituto TRECCANI, diretto da Massimo Bray, il magma letterario, teatrale, poetico di Edoardo Sanguineti, anche nelle sue forme più inconsuete e destrutturate accompagnerà il percorso, presso la propria sede Sala Igea,  con letture pubbliche a cura di Marco Lucchesi ed alcune delle attrici che nel passato biennio hanno già avuto modo di confrontarsi con l'autore in occasione di Sanguineti Story - Teatro India  -  Giugno 2017

             Un nuovo progetto interistituzionale quindi, con il suo portato sociale, formativo e politico ancor prima che teatrale, in sinergia e continuità con una rete di istituzioni pubbliche e private che contribuiscono alla sua realizzazione e ad accoglierlo in modo ufficiale e dedicato come opera contemporanea.   

     

    DESTINATARI

     

             Il progetto è rivolto a 14 giovani attori ( età massima 30 ) già formati nelle principali scuole d’Arte Drammatica italiane (Paolo Grassi, Silvio D’Amico, Galante Garrone, Piccolo Teatro, Centro Sperimentale, Fondazione Teatro della Toscana, Gian Maria Volontè) e, anche, provenienti dal Corso di Specializzazione del Teatro di Roma.

     

     

    PARTNERS

     

    • MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo
    • TEATRO DI ROMA - Teatro Nazionale
    • Conservatorio Nazionale SANTA CECILIA
    • Istituto dell'Enciclopedia Italiana TRECCANI
    • Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
    • Scuola d'Arte Cinematografica Gian Maria Volontè
    • Fondazione Teatro della Toscana
    • Liceo Artistico Ripetta di Roma

    MATERIALI

             Il progetto, fornisce un’occasione eccezionale per un approfondimento correlato e comparativo di drammaturgie esemplari come quelle degli autori individuati. Il punto di vista neuro scientifico sviluppato dagli esperti ne compendia il portato contemporaneo e intellettuale.

    Questi tradimenti/travestimenti letterari (per dirla con Edoardo Sanguineti), rendono epici ancor prima che tragici, oggi, i temi e le ricorrenze contemporanee che ne conseguono; in particolar modo la strumentalizzazione di ogni retorica del potere e dello scontro religioso e la disumanizzazione che ne consegue. Un territorio drammaturgico prismatico che offre ai giovani attori la possibilità di agire e recitare secondo la particolarità di questi linguaggi, sapendo che ogni testo, ogni grande testo, ha il suo specifico.

     

    LA COMMEDIA DELL’INFERNO di Edoardo Sanguineti

             Se tradurre è sempre tradire, e se riferirsi alla tradizione, nella modernità, è sempre operazione di straniamento, il «travestimento» dell’Inferno dantesco proposto da Sanguineti si pone come esempio massimo di creativo "misreading". E' un legame di lunga data, quello di Sanguineti con Dante. Egli si confronta con il testo con lo scopo, per nulla dissimulato, di raggiungere lo straniamento dall´originale, nella consapevolezza del carattere saturo raggiunto dalla citazione nell´epoca della modernità. Sanguineti cerca una «ricreazione» della Commedia Divina, in un confronto con il mostro sacro, che lo spinge, inesorabilmente, a fare i conti con «il mito per eccellenza della modernità», quel mito che ogni «autore moderno ha sognato di rinarrare, quando non lo ha rinarrato effettualmente». Si perpetua in tal modo l´immortale spinta a raccontare ancora quella storia, l´intima ambizione di «scrivere l´ultima Commedia possibile». Ne risulta un testo godibilissimo, ricco di echi e rifrazioni coglie, nel confronto con l´originale, la pirotecnica abilità di manipolazione della parola, applicata qui dal poeta di Laborintus alle risorse gestuali e polifoniche della resa drammaturgica.

    Era il 1989, si erano avvicendate le stagioni del teatro del corpo, dell’immagine, del racconto, e Sanguineti, sempre attento alla drammaturgia – drammaturgo a sua volta, sia pure non a tempo pieno – inventa, per Federico Tiezzi, una delle sue più radicali riscritture, affrontando uno dei massimi monumenti letterari, l’Inferno di Dante.

    Dico riscrittura ma Sanguineti usa un termine meno quotidiano e concettualmente più ricco: travestimento. Volendo, lo si può intendere come un ritorno al teatro di parola, ma la sua è una parola che è  passata in sartoria per rigenerarsi, o forse per spogliarsi degli ingombranti paludamenti della letteratura: abbandonato il tavolo di lavoro, l’autore sale in palcoscenico, protetto dal più efficace dei travestimenti, quello del linguaggio.

    Ecco come ne scrive egli stesso:

     “Per questo tipo di operazione, in un momento in cui mi pare accettabile, e forse desiderabile, che gli uomini di lettere aspirino a rifarsi autori, e a tentare di inventarsi una missione teatrale, credo che la categoria giusta sia quella del travestimento, eccellente parola barocca, purché depurata da ogni esclusiva inclinazione verso l’orizzonte del burlesco e del parodico, e restituita immediatamente a quella dimensione scenica dalla quale appare affatto inseparabile”.

     

     

    PROGRAMMA

     

    SETTEMBRE / NOVEMBRE 2021 – operativo

    • Nei mesi di settembre 2021 verranno selezionati i partecipanti al gruppo/classe.
    • A settembre inizierà il lavoro presso il Teatro di Roma per poi continuare al Museo MAXXI per tutto il periodo del laboratorio e della restituzione pubblica finale.

    Il laboratorio avrà una scansione settimanale (dal martedi al sabato) che occuperà gli attori, accompagnati da borse di studio per le prove e scritturati per la restituzione – anche se aperta gratuitamente al pubblico), per circa 300 ore frontali nel corso dei tre mesi.

     

     

    STRUTTURA DEL LABORATORIO

    Il lavoro si svolgerà seguendo sei finalità principali:

    • traduzione dei testi e delle drammaturgie assunte, in forme diverse quale la narrazione orale e fabulistica e poetica al fine dell'acquisizione di una competenza "altra e profonda" dei materiali, con successiva produzione di materiale narrativo scritto
    • processo di appropriazione dei linguaggi utilizzati (prosa, verso, dialoghi)
    • elaborazione dei materiali drammaturgici attraverso l’analisi e la critica della struttura profonda e neuro scientifica dei testi
    • analisi dei suoni della lingua originale e dei testi di riferimento originari
    • elaborazione delle drammaturgie di riferimento per gli allestimenti
    • prove della restituzione
    • restituzione pubblica del lavoro in forma di spettacolo
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    PROGETTO SPECIALE TRIENNALE  MIBACT

    DÈMONI E DEMÒNI

    2018/2020

    FAUST un travestimento

    di/da Sanguineti /Goethe

    laboratorio con restituzione pubblica

    allestimento e regia Marco Lucchesi

    interpretato dalle attrici e dagli attori della Scuola di Teatro e Perfezionamento Professionale del Teatro di Roma - Teatro Nazionale

    in collaborazione con

    TEATRO DI ROMA - Teatro Nazionale

    MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo

    Conservatorio SANTA CECILIA

    Istituto dell'Enciclopedia TRECCANI

             Nel 2018 abbiamo realizzato il Progetto MARX di Marco Lucchesi che, svolto in collaborazione, con Teatro di Roma,  Enciclopedia Treccani e Conservatorio Santa Cecilia, è approdato sul palcoscenico del Teatro Argentina (Il Capitale di Karl Marx) come produzione del Teatro Nazionale di Roma in co-produzione con il Conservatorio Santa Cecilia in sinergia con alcune tra le istituzioni artistiche e culturali più importanti del nostro paese.

             Ora con le stesse Istituzioni e con la innovativa partecipazione del MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, complice il testo di Edoardo Sanguineti: FAUST un travestimento, affrontiamo questa apparente inattualità, condensazione della tradizione alchemica occidentale, intesa soprattutto nella grande prospettiva del dialettico rapporto uomo/natura. Il confronto su FAUST mette in luce non solo la consonanza della concezione alchemica della natura con quella marxiana, ma permette anche di individuare, nell'alienazione economico/politica, la causa dell'attuale catastrofe nei rapporti uomo/natura.

             "Se tradurre è sempre tradire, e se riferirsi alla tradizione, nella modernità, è sempre operazione di straniamento, il «travestimento» del Faust proposto da Sanguineti si pone come esempio massimo di creativo "misreading".

             E' un legame di lunga data, quello di Lucchesi con Sanguineti e di Sanguineti con il Faust. Egli si confronta con il testo di Goethe con lo scopo, attuale e per nulla dissimulato, di raggiungere lo straniamento dall´originale, nella consapevolezza del carattere saturo raggiunto dalla citazione nell´epoca della modernità.

             Marco Lucchesi condurrà, per 12mesi - giugno 2019 / giugno 2020, negli spazi del Teatro DUE Roma (Sala Enriquez, India, Villa Torlonia) e all'interno del complesso museale del MAXXI, un laboratorio integrato di analisi strutturale dei testi sanguinetiani, rivolto agli allievi della Scuola di Specializzazione e Perfezionamento dello stabile capitolino, propedeutico alle prove e alla restituzione in forma di spettacolo itinerante. Tali attività, in ascolto di quanto accade loro intorno, saranno quindi anche co-oggetto/co-soggetto dell'offerta espositiva del MAXXI svolgendosi in relazione critica e strutturale con le mostre in corso nel periodo gennaio/maggio 2020. Il pubblico del museo potrà seguire il lavoro della compagnia/classe che, durante il laboratorio e le prove dello spettacolo, indagherà le architetture e le consonanze del linguaggio sanguinetiano con le strutture di senso e significato delle esposizioni e con l'architettura stessa della grande opera contemporanea progettata da Zaha Hadid: il MAXXI, che apre i suoi spazi al teatro e alle reciproche e moderne ambizioni di dialogo con le arti e l'architettura.

                Come già per il Progetto MARX e in occasione della ricorrenza dei dieci anni dalla scomparsa di Edoardo Sanguineti (maggio 2020) il Teatro di Roma - Teatro Nazionale, il Museo MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, l’Istituto TRECCANI e il Conservatorio Santa Cecilia di Roma saranno partners del progetto. Quest'ultimo, diretto dal M° Roberto Giuliani, interverrà per l'intero svolgimento del progetto con il proprio organico realizzando alcune delle opere di Sanguineti per le quali sono stratte scritte musiche da autori quali Luciano Berio, Andrea Liberovici, Fausto Razzi oppure come nel caso di Faust un travestimento il compositore Luca Lombardi ha scritto l'opera completa.

             In collaborazione con l'Istituto TRECCANI, diretto da Massimo Bray, il magma letterario, teatrale, poetico di Edoardo Sanguineti, anche nelle sue forme più inconsuete e destrutturate accompagnerà l'intero percorso con letture pubbliche, giochi letterari condivisi, appuntamenti musicali e possibili approfondimenti del profilo radiofonico di molti dei suoi scritti a cura di Marco Lucchesi ed alcune delle attrici che nel passato biennio hanno già avuto modo di confrontarsi con l'autore in occasione di Sanguineti Story - Teatro India - Giugno 2017

             Un nuovo progetto interistituzionale quindi, con il suo portato sociale, formativo e politico ancor prima che teatrale, in sinergia e continuità con una rete di istituzioni pubbliche e private che contribuiscono alla sua realizzazione e ad accoglierlo in modo ufficiale e dedicato come opera contemporanea.

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    DAL 17 AL 23 GIUGNO 2019 - CORSO PROPEDEUTICO presso Teatro Due Roma

    Laboratorio di perfezionamento teatrale per 8 giovani attrici/attori professionisti (max 30 anni), condotto da MARCO LUCCHESI sul tema della:

    GELOSÍA

    scene da "Un amore di Swann" (ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO / Primo volume, 1913: "Dalla parte di Swann" ) di Marcel Proust - traduzione di Giovanni Raboni

    "......Le parole, a forza di venir usate dal nostro pensiero al posto di concetti generali, quando servono, per dir così, da segni algebrici, devono spogliarsi di ogni immaginosità; a forza di venir usate nella lingua di tutti i giorni, quando le si pronuncia e le si ascolta solo a metà, sono diventate abituali e si è smesso di sentirne la forma interna (dell'immagine) e la forma esterna (del suono). Noi non sentiamo ciò che è abituale, non lo vediamo: lo riconosciamo ....... Se volessimo definire la percezione poetica e artistica in generale troveremmo senz'altro una definizione: la percezione artistica è quella che ci fa sentire la forma (magari, non soltanto la forma, però la forma di sicuro)" - Pietro Montani, Il debito del Linguaggio - 1985 Marsilio Editori

    gelosìa s. f. [der. di geloso]. – 1. a. Stato emotivo di dubbio e di tormentosa ansia di chi, con o senza giustificato motivo, teme (o constata) che la persona amata gli sia insidiata da un rivale: sentire g., soffrire di g.; essere roso, tormentato dalla g.; fare una scena di gelosia. È distinta dall’invidia in quanto quest’ultima è il sentimento di chi desidera cosa posseduta da un altro, senza che in questa rivalità sia coinvolta una terza persona. b. Per estens., risentimento che si prova nel vedere che altri ci è preferito o che ad altri è concesso un affetto o un vantaggio che vorremmo per noi stessi: anche i bambini soffrono di gelosie; ha g. della sorellina; e di animali: il cane mostra g. quando vede il padrone accarezzare un altro cane. c. Con altro uso estens., rivalità, desiderio d’emulazione, invidia: la g. de l’amico fa l’uomo sollicito (Dante); provare g. per i successi altrui; destare le g. dei compagni, dei colleghi; g. di mestiere. d. ant. Sospetto, timore: per g. di perdere la fortezza, vi venne Castruccio in persona (G. Villani). e. non com. Cura attenta e affettuosa, scrupoloso riguardo: custodire con g. un ricordo carissimo. 2. a. Serramento di finestra – realizzato con stecche inclinate disposte in un telaio fisso o mobile (persiana), con stecche fitte incrociate (grata) o anche con lastre di legno o di metallo traforate – che permette di guardare dall’interno senza essere visti dall’esterno (il nome si spiega col fatto che l’origine sarebbe dovuta a motivi di gelosia, in quanto tale sistema permette alle donne di stare alle finestre togliendole però alla vista degli estranei).

    Il laboratorio, sarà articolato in due moduli quotidiani (tre ore al mattino e tre ore il pomeriggio) in sei giorni, e accompagnerà i partecipanti nel consolidare una competenza specifica nel merito del lavoro svolto.

    Scadenza iscrizioni 19 maggio 2019

    info e iscrizioni:

    Se interessati inviare mail a tomthel@tiscali.it con:

    • curriculum 
    • breve lettera di motivazioni

     https://www.podereconteracani.it/it/residenze-artistiche

     gennaio / giugno 2019  in corso....

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    LAUDATO SI’

    dalla seconda enciclica di Papa Francesco

    libretto/testo di Fiammetta Carena

    regia di Marco Lucchesi

    Nel 2018 abbiamo collaborato con i nostri artisti e Maestri, ad un Progetto Speciale MIBACT di pedagogia artistica che, svolto in collaborazione con Marco Lucchesi, Teatro DUE Roma, Teatro di Roma, ed  Enciclopedia Treccani, è approdato nel 2018 sul palcoscenico del Teatro Argentina (Il Capitale di Karl Marx) come produzione del Teatro Nazionale di Roma in co-produzione con il Conservatorio Santa Cecilia.

    Condividemmo in quella occasione la necessaria prospettiva di realizzazione pubblica che deve seguire ogni prassi di studio e di approfondimento; siamo convinti di aver contribuito a  questo necessario proposito e di averlo portato a termine in sinergia con alcune tra le istituzioni artistiche e culturali più importanti del nostro paese.

    La necessità di una prassi rivolta al percorso formativo, e non solo performativo, degli artisti della scena e all’emancipazione dei propri strumenti di lettura e pratica critica delle opere, suggerisce, ora, questo nuovo progetto/laboratorio volto all’osservazione e alla pratica di quelli che sono i tratti fondamentali della traduzione musicale, scenica, linguistica e letterale dei testi, attraverso un approfondimento delle tematiche individuate.

    Tema di questo laboratorio, diretto da Marco Lucchesi sarà la Seconda Enciclica di Papa Francesco: ” Laudato si’ “, con il suo portato sociale, civile e politico ancor prima che confessionale.

    Questo scritto visionario, a leggerlo bene, potrebbe essere adottato come programma di lungo termine da ogni partito progressista e democratico.

    Un nuovo progetto quindi in sinergia e continuità con una rete di istituzioni pubbliche e private che contribuiranno alla sua realizzazione e ad accoglierlo in modo ufficiale e dedicato.

    Roberto Giuliani

    Direttore Conservatorio Santa Cecilia

    LAUDATO SI’ seconda enciclica di Papa Francesco, è un grido di dolore e di allarme sulla progressiva distruzione della natura (e, inevitabilmente, della cultura): foreste, clima, oceani, rifiuti, tecnologia, monopoli, mercato, industria, coltivazioni, abusi di potere, consumati, fagocitati e prodotti in una spirale famelica che rischia di condurre alla dissoluzione.

    Il Papa ci racconta, con esemplare chiarezza, di un mondo malato: foreste bruciate o abbattute per far posto a coltivazioni estese (spesso enormi monocolture), specie animali e vegetali che si estinguono, coralli grigi, cemento, asfalto, un rumore costante che cancella il pensiero, un’accumulazione che inquina la mente, paesi in cui il cibo viene buttato e paesi in cui il cibo non c’è, veleni sparsi, clima impazzito, risorse che si esauriscono, tecnologia che tutto e tutti asservisce ciecamente.

    Quello che più mi ha colpito di questa analisi pacata e circostanziata del mondo che ci circonda e che noi strutturiamo e destrutturiamo incessantemente, è il tema della separazione. Separazione dalla natura, certamente, dal Creato, per usare le parole del Papa ma anche dai mezzi di produzione, dai nostri simili, dal senso della vita, dall’umanità e, infine, da noi stessi. L’illusione di onnipotenza ci rende impotenti, la brama inesausta di pienezza ci svuota, le “forze cieche dell’inconscio”, tenute a distanza, ci dominano. “Angoscia e tremore”, rifiutati in tutti i modi possibili, ci cristallizzano in un’eterna negazione. La “fugacità ci trascina in superficie in un’unica direzione”. E tutto ciò ci separa. Ci separa dalla realtà e dal senso del limite, che della realtà fa inevitabilmente parte. Ci separa dalla relazione con noi stessi e con gli altri. Ci separa dalla pietà.

    La prigione di un ‘io’ chiuso e ingordo, che mal tollera il limite, l’alterità, la consapevolezza diventa la distruzione di quello stesso ‘io’ che, irrelato, perde senso e profondità e si separa da se stesso, preda del vuoto che nessun oggetto, nessuna ricchezza, nessun potere può colmare.

    Fiammetta Carena (autrice del libretto/testo)

    https://www.conservatoriosantacecilia.it/50992/

     gennaio / giugno 2019  in corso....

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    in collaborazione con la Scuola di Teatro e di Perfezionamento Professionale del TEATRO DI ROMA

    PROGETTO SPECIALE MIBACT 2018/20

    Laboratorio

    Dèmoni e demòni creatività della dissimulazione

    condotto da  Marco Lucchesi

    TEATRO DUE ROMA

                   

                    
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    2019  LA DUCHESSA D'AMALFI

    di John Webster

    e

    2020  FAUST

    di/da Goethe / Sanguineti

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    La formazione qualitativa, umanistica e strutturale di nuove attrici e attori, coscienti e consapevoli delle proprie attitudini, è un processo fondamentale per la costruzione di future opportunità di qualificata espressione artistica e di lavoro e l'esperienza maturata in questi anni conferma l'opportunità della proposta.

                La necessità di una prassi rivolta al percorso formativo, e non solo performativo, delle attrici e degli attori  e all’emancipazione dei propri strumenti di lettura critica delle opere, suggerisce questo laboratorio volto all’osservazione e alla pratica di quelli che sono i tratti fondamentali della traduzione scenica, linguistica e letterale dei testi, attraverso un esame approfondito della drammaturgia e di ogni suo possibile travestimento

                La scelta dei testi e degli autori di riferimento laboratoriale (Goethe, Webster, e Sanguineti) tradotti e traduttori, protagonisti di visioni articolate del valore della traduzione/travestimento/dissimulazione, punti di riferimento strutturali e storici (Goethe «...uno dei più grandi letterati tedeschi e l'ultimo uomo universale a camminare sulla terra», Webster uno degli esempi più fulgidi del teatro elisabettiano e Sanguineti, il cui compendio alle raccolte moderne  di letteratura italiana ci dice quanto possa essere un ponte verso le nuove generazioni, autore che ha teorizzato, più di ogni altro, per mezzo della sperimentazione e dell’esercizio, la condizione di una lingua in progressivo decadimento verso la sua definiva scomparsa) sostiene e accompagna una riflessione sia filosofica che drammaturgica imperniata sulla necessità contemporanea di leggere l’opera d’ingegno come possibile fonte identitaria di un presente distratto e confuso, dando luogo ad una possibile prassi.

    http://www.teatrodiroma.net/3993/scuola-di-teatro-e-perfezionamento-professionale-del-teatro-di-roma

     

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    SETTEMBRE 2018 - FESTIVAL QUARTIERI DELL'ARTE

    Boy with Scar

    un testo collettivo di Joele Anastasi, Rasim Erdem Avsar (drammaturgo che collabora con il Teatro DOT di Istanbul), Emily Gillmor Murphy e Danielle Pearson (autrice in residenza del Watermill Theatre in Gran Bretagna). 

    Il progetto avviene nel quadro del progetto EU Collective Plays! co-finanziato dal Programma Creative Europe dell'Unione Europea e nell'ambito del Festival Quartieri dell'Arte.

    La restituzione di questo testo consisterà in una messa in scena multipla ( Marco Lucchesi metterà in scena il testo di Rasim Erdem Avsar)  con una Compagnia transnazionale di attori e artisti della scena.

    IL CAPITALE DI KARL MARX quasi un vangelo apocrifo in 24 scene

    progetto speciale MIBACT 2017

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    ".........Venticinque giovani artisti in scena tra attrici, attori, cantanti e musicisti che in collaborazione con il Conservatorio di Santa Cecilia, l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani, il Progetto Speciale MIBACT, il “Liceo Artistico Via di Ripetta” e la produzione del Teatro di Roma, soffiano nel vento della storia come strumenti formidabili e potenti per una drammaturgia dei concetti, articolata e messa in scena da Marco Lucchesi, attraverso l’incarnazione attoriale di tesi, contro tesi, antitesi e riflessioni contenute ne Il Capitale di Karl Marx.  Uno spettacolo che alterna l’opera alla prosa, il canto al poema, la Canzone di giacca napoletana a  Bob Dylan a Luis Bacalov con le note di "Estaba la madre", opera gravida del dolore della tragedia argentina, in grado di accogliere un nuovo testo con altri dolori di altre tragedie.

    L’alto ed il basso delle riflessioni marxiane, pagine di pura letteratura alternate a formidabili racconti da strada che si rincorrono schizofrenici nell’opera monumentale di Marx, recitate in forma di dialoghi, di brevi monologhi, di citazioni o di azioni sceniche, su e giù per una simbolica scalinata che occuperà inesorabilmente tutto il palco del teatro offrendo agli attori numerosi palcoscenici a diversi livelli di altezza. Luoghi ascensionali o sprofondanti nella scala sociale, mistica, filosofica, umana.

    Quasi un Vangelo apocrifo che si avvia ad entrare nel patrimonio dell’umanità, senza ormai paternità politiche o confessionali, ma come testimonianza pop della rivoluzionaria attitudine umana al pensiero......"

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    PREMESSA

    La necessità contemporanea di risemantizzare il quotidiano dei gesti, dei pensieri e delle nostre parole, ha guidato il lavoro di approfondimento e narrazione che costituisce la struttura drammaturgica del laboratorio e dello spettacolo. Il profilo generazionale che segna il gruppo di lavoro, la compagnia come i giovani storici proposti dalla Treccani o i cantanti del Conservatorio Santa Cecilia, è un elemento fondamentale di questa trasposizione che si assume la responsabilità di un contributo scenico alla ricollocazione contemporanea di un pensiero storicamente necessario.

    Marco Lucchesi

    DESTINATARI

     Il progetto di “Pedagogia artistica della condivisione scenica”, è rivolto a 20 attori già formati nelle principali scuole d’Arte Drammatica italiane (Paolo Grassi, Silvio D’Amico, Galante Garrone, Piccolo Teatro, Centro Sperimentale) provenienti dal Corso di Specializzazione del Teatro di Roma.

    MATERIALI

     

    “Se c’è un pensatore che ha lasciato un segno indelebile nel secolo scorso, questo è Marx” (Eric Hobsbawm)

    Gli elementi costitutivi de Il Capitale di Karl Marx letti “quasi” come una conferma dei valori del cristianesimo, sono strumenti formidabili e potenti per una drammaturgia delle idee, articolata e messa in scena, attraverso le forme e i suoni generati dalla storia di questi ultimi secoli .

    Vangeli apocrifi che si avviano ad entrare nel patrimonio dell’umanità, senza ormai paternità politiche o confessionali, ma come testimonianza della rivoluzionaria attitudine umana al pensiero,.

     Punti di riferimento strutturali e storici (200 anni dalla nascita di Marx e 150 anni dalla pubblicazione del Primo Libro de IL Capitale) per una riflessione filosofica e scenica, imperniata sulla necessità contemporanea di leggere l’opera d’ingegno del passato come unica possibile fonte identitaria di questo presente distratto e confuso, che darà luogo ad un cenacolo interdisciplinare (ottobre 2017 / aprile 2018) per attrici, attori, drammaturghi, compositori, storici e critici, investiti di responsabilità creative all’interno di un teatro sempre più scomposto e scomponibile.

    "L'uscita dalla tradizione, dice Marx, inaugura in realtà una gigantesca crisi dell'organizzazione simbolica dell'umanità". I confronti essenziali, come quelli fra giovani e vecchi, fra donne e uomini, fra miserabili e potenti, fra il mio gruppo e gli altri gruppi, gli stranieri e i connazionali, gli eretici e i fedeli, i plebei e i nobili, le città e le campagne, chi lavora con l'intelletto e chi con le mani, sono stati a lungo rappresentati e rappresentabili secondo codici gerarchici spesso intrecciati tra loro". Ora che non è stata proposta una nuova simbolizzazione, ma unicamente una violenta costrizione reale ordinata dall'economia, ne risulta una crisi storica, estetica, artistica, anche, dei segni e dei simboli, entro cui la gioventù, e non solo, patisce il proprio disorientamento.

    Può il teatro affrontare questa riflessione? Penso che debba, consapevole della propria parzialità, della propria necessità, della propria umanità.

    PARTENER

    Il Teatro di Roma  / Teatro Nazionale 

    Dal programma di sala dello spettacolo

    ".....Abbiamo accolto senza riserve l’idea di attivare gli allievi neodiplomandi della nostra Scuola di Teatro e Perfezionamento professionale per diverse ragioni: innanzitutto per farli confrontare con un testo “capitale” della cultura industriale, economica e finanziaria, e più in generale della sociologia, che ha cambiato le esistenze e il futuro degli uomini; per riportare all’attenzione il titanico lavoro di Marx e Engels, che vale sia per coloro che ci governano che per coloro che subiscono le azioni e le leggi, in particolare quelle economiche e legate al mondo del lavoro e dei mestieri, in un momento davvero complesso per Europa, Nord America e in generale per tutto il pianeta.

    Il tema del lavoro, della sua perdita, delle sue trasformazioni, della sua ricerca frustrante che ha get- tato nella precarietà più profonda le nuove generazioni, è stato un tema che abbiamo indagato sui nostri palcoscenici nelle ultime stagioni. Non è un caso che abbiamo voluto inaugurare la stagione 2017/2018 proprio con il secondo dei nostri “paesaggi teatrali”, ovvero con Ritratto di una Nazione – L’Italia al lavoro: quei primi dieci tasselli drammaturgici firmati da altrettanti autori di altrettante regioni dell’Italia, ci hanno messo di fronte, come uno specchio dolente, le condizioni che uomini e donne, più maturi o più giovani, vivono quotidianamente, oggi, nel nostro Paese. I più applauditi di questi “corti teatrali” sono stati non a caso tre monologhi in arrivo dal sud della penisola: una donna delle pulizie di una base nell’Ogliastra, in Sardegna, scritto da Michela Murgia e interpretato da Arianna Scommegna, ci ha colpito per la rivendicazione della dignità di un lavoro, a costo della propria salute e della stessa propria vita; Ulderico Pesce ha inveito contro i danni all’ambiente e alle persone delle trivellazioni nella nostra “Lucania Saudita”; il palermitano Davide Enia, dopo un anno vissuto a Lampedusa, ha testimo- niato l’aggiornamento del mestiere della guardia costiera impegnata nel salvare vite nel Mediterraneo o recuperarne i corpi. Il nostro ringraziamento più sincero va a tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto che chiude la nostra stagione, a Marco Lucchesi, in primis, agli allievi diplomandi e a tutte le maestranze che vi si sono dedicate. Confidando, infine, che quello che vedremo e quello che ascolteremo aprano spiragli di fiducia sul nostro futuro prossimo. Fossero anche solo delle domande".

    Antonio Calbi

    Direttore Teatro di Roma - Teatro Nazionale

    http://www.teatrodiroma.net/doc/5019/span-class-searched-il-span-span-class-searched-capitale-span-di-karl-marx/

    Il Teatro di Roma prevede infatti di sviluppare un ampio ed articolato palinsesto di attività collegate al tema del lavoro in tutte le sue implicazioni filosofiche, economiche e sociali. Produzioni, conferenze, seminari e approfondimenti saranno dedicato a questo percorso tematico che vede nel lavoro sul Capitale di Karl Marx il suo nucleo centrale.

    Il progetto, oltre ad entrare a far parte del programma didattico 2017, grazie al coinvolgimento degli attori del Corso di Perfezionamento della Scuola di Teatro, rientra appieno nel progetto artistico 2017/2018 del Teatro di Roma.

    Il Festival Quartieri dell'Arte ospiterà il lavoro frutto del Laboratorio su “Maria Stuarda in occasione della sua XXI edizione denominata "Ricostruzione di una Città" che terminerà nel 2020.

    Una sezione speciale del Festival esplorerà la visione della cultura tedesca riformata dell’Italia e del Rinascimento attraverso l’opera di Schiller.

    È in questo contesto che si colloca, assieme ad una messa in scena della rappresentata “Fiesco” e a un progetto di drammaturgia contemporanea che lega la poesia di Schiller e di Sannazzaro alla pittura di Massimo Rao, l’ospitalità della versione site-specific della “Maria Stuarda” prodotta dal Teatro Due di Roma (settembre/novembre 2017), con la regia di Marco Lucchesi e gli attori del laboratorio di specializzazione affiancati e sostenuti dalle attrici e insegnanti Daniela Giordano e Viola Graziosi.

    La direzione del Festival considera dunque detta ospitalità strategica per l’attuazione delle linee programmatiche dell’edizione 2017.

    Istituto dell'Enciclopedia TRECCANI

    Treccani sceglie di debuttare in teatro con un’opera cruciale del pensiero economico e politico, d’altronde il teatro è una sorta di enciclopedia di possibilità espressive, le contiene tutte. I nostri consulenti scientifici hanno affiancato Lucchesi nella fase di interpretazione ed esegesi di un testo complesso, che ci aiuta a comprendere molti dei fenomeni che stanno accadendo oggi, a cominciare dalla pervasiva diffusione del capitalismo finanziario, che ha contribuito ad accentuare le diseguaglianze economiche e sociali». 

    Massimo Bray

    Direttore Generale  Treccani

    Conervatorio Santa Cecilia di Roma

    http://www.conservatoriosantacecilia.it/progetto-il-capitale/

    Non accontentarsi della meravigliosa gabbia dorata dell'esecuzione musicale, replicata in un mondo di ricezione riservata, porta da una parte a volgersi verso tematiche anche inconsuete, apparentemente lontane, dall'altra a ricercare idee e progetti di produzione globale e di interazione tra le arti. Per questo il Conservatorio di musica "S. Cecilia" mira negli ultimi tempi a contribuire alla maggior collaborazione possibile con le altre realtà romane dell'espressione artistica, che sia anche luogo nel quale gli artisti possano confrontarsi e confortarsi, all'ombra di una serrata azione interistituzionale. 

    Peraltro, i Conservatori di musica, le Accademie di belle arti, l'Accademia nazionale di danza, l'Accademia nazionale di arte drammatica, gli Istituti superiori per le industrie artistiche, tutte riconosciute come Istituzioni di alta cultura ai sensi dell'articolo 33 della Costituzione Italiana, costituiscono il sistema della cosiddetta Alta Formazione Artistica e Musicale.

    Prima che un dispositivo normativo, o un dovere strategico, o una logica assemblativa, la collaborazione è però un'esigenza delle arti, che non riduce ma aumenta gli spazi della creatività, e  favorisce la comunicazione di oggetti spesso connotati dalla fragilità, dalla singolarità, dalla relatività, dall'essere autoreferenziali, oltreché legati alla dimensione performativa musicale dell'hic et nunc

    Alta formazione, dunque, ma quest'attività non può non sfociare, e anzi essere intrinsecamente connessa con l'attività di produzione. 

    Ecco allora che tessere rapporti con le pulsanti realtà produttive, siano esse musicali o come in questo caso del teatro di parola, diventa sbocco fisiologico, e d'altronde, un filone creativo estremamente poco conosciuto, come quello della musica di scena, da sempre, dall'inizio della storia del teatro, popola ogni spettacolo (a meno che non si voglia fare del silenzio, atto anch'esso musicale, la propria scelta). 

    Occuparsi di produzione non vuol dire rinnegare le ragioni dell'arte in sé, ma trovare il giusto equilibrio che ne consenta una cittadinanza ampia. Ha senso creare se nessuno ascolta, guarda, legge? Certo ha senso, ma ne acquista di più se l'atto della comunicazione amplifica il messaggio, rendendolo patrimonio di tutti, e restituendo all'arte quello spazio nella società e nella formazione dell'uomo che un sistema  disattento o colpevole le ha negato. 

    Come Walter Benjamin, dobbiamo oggi chiederci, a distanza di quasi un secolo, se all'aumento dei mezzi di riproduzione di massa si è unita un'educazione costante delle masse, il quale interrogativo rimanda tra gli altri al titolo di Karl Popper, Cattiva maestra televisione.

    Non sarà che elevare al soglio dell'assoluto artistico la musica è stato funzionale a farla uscire dal patrimonio di tutti, e a rendere il mondo più ignorante?

    Eppure la musica è sempre stata di tutti, è sempre stata parte del tutto, è sempre stata prodotta, commissionata, commerciata, venduta, è stata rappresentazione del potere, o della lotta contro il potere. 

    Anche la storia della musica si deve leggere allora in chiave marxista? Hobsbawm risponderebbe affermativamente, e sul versante musicale gli scritti di Knepler ci offrirebbero letture di tutto interesse per ripensare e osservare da questo punto di vista la storia della musica con occhiali nuovi. 

    Ecco anche perché accogliere il progetto di Marco Lucchesi è stato naturale, perché la musica - di tutti i tipi, purché ben fatta - risuoni ovunque e torni a essere disponibile e presente, senza il bisogno di porsi solo interrogativi estetici, ma riflettendo sulle molte utilità sociali. 

    Gli artisti si sono sempre sporcati metaforicamente le mani con la realtà, e le hanno donata una parte importante, legata al bello, ma anche al funzionale.

    Funzionale, come lo è stato dare nuova veste alla musica di Luis Bacalov trasportandola dalla protesta delle madri di Plaza de Mayo, esemplata magistralmente nello Stabat mater laico Estaba la madre.

    Così, il dolore e la contestazione, tra declamati aspri e passaggi struggenti, mutano in opportune 'messe in musica' del realismo del Capitale, intreccio di più saperi, sul quale ancora molto riflettere.  

    Roberto Giuliani

    Direttore Conservatorio Santa Cecilia di Roma

     

    PROGRAMMA 

    A partire dal mese di luglio 2017, una classe/compagnia di 20 attrici e attori diplomati nelle principali scuole di recitazione italiane e quindici cantanti del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, inizierà un Laboratorio in merito alla lettura strutturale dei due testi; il 23 luglio il gruppo, in residenza / laboratorio in Umbria presso il "Centro Residenze Artistiche" Conte Rècani, inizierà il lavoro di preparazione ed allestimento di Maria Stuarda che debutterà a settembre, dopo una ulteriore Residenza Artistica a Vitorchiano (VT), nell’ambito della programmazione del Festival Quartieri dell’Arte.

    Le protagoniste dello spettacolo Daniela Giordano e Viola Graziosi parteciperanno all'attività formativa e seminariale dell'allestimento anche in qualità di docenti.

    Da ottobre, la classe/compagnia riprenderà la formazione propedeutica alla realizzazione dello spettacolo incentrato sui temi de Il Capitale di Marx.

    Il laboratorio proseguirà fino a dicembre 2017 per approdare successivamente nella programmazione del Teatro di Roma in seno al Progetto: ”Il lavoro come capitale” stagione 2017/18.

     

    STRUTTURA DEL LABORATORIO

    Il lavoro si svolgerà seguendo sei finalità principali:

    • indagine dei materiali drammaturgici attraverso l’analisi e la critica della struttura profonda e riconoscibile dei testi
    • rapporto tra attore e testo/spazio per una presenza consapevole all’esperienza del testo
    • processo di appropriazione dei linguaggi utilizzati (prosa, verso, dialoghi) secondo un metodo collettivo ma non comunitario (quindi privo sostanzialmente di preconcetto)
    • elaborazione delle drammaturgie di riferimento per gli allestimenti
    • allestimento dei due spettacoli

    http://www.teatrodiroma.net/doc/5636/il-capitale-di-karl-marx-laboratorio-a-cura-di-marco-lucchesi/

    PROGETTO SPECIALE 2017 MIBACT

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     “Elisabetta: Io sono il potere”

     Il laboratorio sulla traduzione in versi italiani della Maria Stuarda , ad opera di Edwige De Battisti (1829), fornisce un’occasione eccezionale per approfondire una drammaturgia esemplare come quella che Shiller ha costruito per la sua tragedia. Questo tradimento/travestimento letterario (per dirla con Edoardo Sanguineti), rende epici ancor prima che tragici, oggi, i temi e le ricorrenze contemporanee che ne conseguono; in particolar modo la strumentalizzazione di ogni retorica del potere e dello scontro religioso e la disumanizzazione che ne consegue. Un territorio drammaturgico prismatico che offre ai giovani attori la possibilità di agire e recitare secondo la particolarità di questo linguaggio, sapendo che ogni testo, ogni grande testo, ha il suo, spesso convenzionale, specifico.

    Storie Naturali

    a proposito del senso e delle sue distrazioni

    LABORATORIO della Scuola Perfezionamento del   TEATRO DI ROMA  -  Teatro Nazionale Gennaio / luglio 2017

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    Questo laboratorio incontra, usa e attraversa il magma letterario di Edoardo Sanguineti, autore che ha teorizzato, più di ogni altro, per mezzo della sperimentazione e dell’esercizio, la condizione di una lingua in progressivo decadimento verso la sua definiva scomparsa.

    Nel descrivere la sua scrittura Sanguineti parla di “un lessico francamente regressivo, di un sottoparlato oniroide” articolato “entro un registro deliberatamente depauperato e ristretto, in una sintassi sbalordita e deficiente”.

    L’esercizio su questa specie di grammatica de-generativa, necessaria per una lettura moderna di ogni materiale drammaturgico, ed il tentativo di maturarne per la scena gli elementi fondamentali, concorrono alla formulazione di una ipotesi di lavoro che si sviluppa intorno ad immagini di sottrazione, di spaesamento, di rifugio nelle zone più inconsuete dello spazio scenico, di perdita del centro, di spostamenti di fuoco; di negazione del senso più canonizzato e irrigidito del testo, in favore di una nuova tessitura, autonoma, nella quale possano confluire, contemporaneamente, tutti gli elementi necessari.

    Una strategia che non prevede particolari artifici scenografici, un’attenta definizione dei personaggi, un arioso svolgimento della vicenda, poiché il concetto che la legittima si articola nel senso del circoscrivere un luogo del pensiero, dell’abbandono, affrancato da ogni possibile riferimento psicologico.

    All’attore che si presta a questo incontro, alla considerazione di un concetto estraneo alla propria formazione di attore “psicologico”, e privo, forse, di alcuni strumenti necessari per l’apprendimento e l’esercizio, si chiede di prestarsi con “meraviglia”, di contribuire alla definizione di questo “luogo”, creando una sua maschera di nudità, per così dire, biologica, e di confluire, naturalmente, nella tessitura, in questo montaggio di passaggi e di rimandi, confrontandosi con la difficoltà di non avere punti di riferimento tradizionali se non quelli del proprio sentire e del proprio vedere.

    Questa proposta di lavoro si illude di questa de-generata aspirazione: cogliere le parole nel momento sfuggente ed irripetibile in cui, svincolandosi dal proprio significato, si “mostrano”, in transito, verso un altro luogo.

    Non è possibile partecipare di questo avvenimento, oggi (e forse non lo è mai stato), ma crediamo che nella pratica di questa illusione, articolata, consapevolmente, nell’ambito della necessità personale, si possa cercare una possibile contemporaneità.

    Memoria pubblica di questo percorso sarà la restituzione scenica, in forma strutturata, delle trame drammaturgiche costruite insieme agli attori che ne saranno anche consapevoli interpreti.

     

     

     

     

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